Intervista al CEO di Fondazione Dynamo Serena Porcari. La grande rivoluzione dell’Impresa Sociale.
Ha lasciato una grande corporation per costruire il “sogno italiano” dell’Impresa Sociale e dare vita alla prima struttura di terapia ricreativa del nostro paese: un luogo magico, ubicato in un’Oasi affiliata al WWF di oltre 900 ettari, che ospita gratuitamente bambini e ragazzi malati, per periodi di vacanza, divertimento e serenità. A tu per tu con Serena Porcari: CEO di Fondazione Dynamo e Vice Presidente di Dynamo Camp Onlus; per scoprire che il no-profit è un settore fatto di sana competizione e che, dietro un progetto visionario, c’è una macchina complessa guidata da una grande donna.
Per realizzare sogni impossibili occorre determinazione, passione e coraggio. Lo dimostra Serena Porcari: ex bocconiana che ha abbandonato la solida e brillante carriera in IBM, per trasformare una start up nell’Impresa Sociale che ha rivoluzionato la cultura del terzo settore. Milano, zona Brera. Nel quartier generale di Fondazione Dynamo si lavora in un’atmosfera fatta di standard d’eccellenza ed entusiasmo. Serena fa capolino dal suo ufficio; in abito strutturato blu e coda di cavallo è l’immagine del gruppo che porta avanti: professionale e appassionata, tenace e positiva. Finisce una telefonata e mi fa subito accomodare. Non c’è tempo da perdere; comincia una chiacchierata in cui ci svela le potenzialità del terzo settore e di una strategia manageriale visionaria: capace di rispondere all’urgenza dei bisogni sociali, creando nel contempo occupazione; ma ci parla anche del ruolo della donna in ambito lavorativo, dell’esigenza di conciliarlo con la maternità… e di un progetto artistico che agli Amici del NMWA sta particolarmente a cuore. |
1- Per sondare sentieri inesplorati e costruire qualcosa di innovativo occorre lungimiranza e ambizione, ma anche di un pizzico di follia. Nel 2004 hai lasciato IBM per buttarti nella Fondazione Dynamo. Cosa ti ha spinta ad abbandonare una grande corporation per quella che, allora, era una start up nel sociale senza alcuna certezza?
– Serena Porcari- La mia motivazione era legata al fatto di lavorare ad un progetto da costruire in toto. Fondazione Dynamo, allora nata da poco, aveva l’idea di realizzare un progetto in ambito sociale, da gestire con il rigore manageriale tipico del profit. L’imprenditore che ha dato vita alla Fondazione, Vincenzo Manes (ndr- pioniere dell’Impresa Sociale), ha voluto applicare i criteri della Venture Philantropy a un’iniziativa con finalità sociale, concepita a 360° in modo imprenditoriale. Il motore del mio interesse è stato proprio la start up da concepire, a partire da un business plan di medio-lungo termine e di reclutamento delle risorse umane.
2- Che cos’è la Fondazione Dynamo, come si struttura e quali sono i suoi obiettivi?
– S.P.- Fondazione Dynamo supporta la progettazione e lo sviluppo di organizzazioni di impresa che affrontano problemi sociali, come istruzione, sanità, servizi sociali e ambiente, favorendo anche nuova occupazione. Fondazione Dynamo utilizza le competenze e l’esperienza di business del proprio team e del network dei partner nel proprio modello operativo, investendo direttamente nei progetti con risorse manageriali e finanziarie, implementandone le potenzialità e creando gli strumenti per il loro funzionamento nel lungo periodo. La Fondazione oggi è un gruppo articolato, che comprende l’Associazione no-profit Dynamo Camp, l’Impresa Sociale Dynamo Academy, l’Oasi Dynamo – attiva nella conservazione ambientale- e l’impresa commerciale Pro Dynamo, che per statuto devolve il 100% degli utili a progetti sociali.
3- Il primo progetto finanziato dalla Fondazione Dynamo è Dynamo Camp. Si tratta della prima struttura di terapia ricreativa in Italia, che – in un’Oasi affiliata al WWF in provincia di Pistoia- ospita gratuitamente bambini e adolescenti affetti da patologie gravi e croniche, per periodi di vacanza, divertimento e serenità. Cosa avviene in questo luogo magico?
– S.P.- “Quando sono a Dynamo non ho tempo di pensare alla mia malattia perché ci sono troppe avventure da vivere”. E’ una delle numerosissime frasi di entusiasmo lasciate dai bambini ospiti del Camp. Tutte manifestano la magia dell’esperienza, data dalla Terapia Ricreativa: un approccio scientifico che si basa sul fare leva sulle potenzialità e sulle capacità di bambini e ragazzi, piuttosto che sulle disabilità. A Dynamo ogni attività – svolta in un contesto protetto e ludico- è un’occasione di crescita personale. L’arrampicata, il tiro con l’arco, il gioco in acqua (ndr- in una piscina priva di barriere architettoniche, all’insegna dell’inclusività), piuttosto che il cavallo, il teatro e l’arte sono tutte occasioni per riacquistare fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.
4- Il bilancio dell’impatto della prima decade di Dynamo Camp è davvero straordinario. Qualche numero?
– S.P.- Dall’apertura del Camp del 2007 abbiamo ospitato gratuitamente oltre 12.000 bambini. Dai 60 bambini della prima estate, oggi accogliamo 1.800 persone all’anno, di cui 1.300 bambini e oltre 500 genitori nei programmi famiglie. Oltre alle attività al Camp, in questi anni abbiamo raggiunto oltre 16.800 bambini in ospedali, associazioni e a bordo del truck Dynamo Off Camp. Questo è l’impatto di Dynamo, che – come ha definito una dottoressa a proposito dei programmi per bambini con patologie neurologiche complesse- regala “occasioni di vita”.
5- La chiave del successo di Dynamo è l’avere unito i valori motivazionali della filantropia a un approccio di tipo manageriale. In tal senso Dynamo Academy gioca un ruolo di guida per il futuro del terzo settore in Italia…
– S.P.- Dynamo Academy è l’Impresa Sociale del Gruppo Dynamo, che dal 2010 offre programmi di formazione e consulenza nell’ambito della filantropia aziendale e di Business for the Common Good. Nel 2016, Dynamo Academy è stata scelta come Local Authority italiana da CECP: organizzazione, fondata da Paul Newman negli Stati Uniti nel 1999, che oggi riunisce oltre 150 CEO di grandi aziende convinte che il miglioramento della società sia una misura essenziale dei risultati del business. Nel 2017, con SDA Bocconi, e in collaborazione con CECP e la Fondazione Newman’s Own, abbiamo realizzato “Giving in Italy”: la prima ricerca italiana interamente dedicata alla Corporate Philanthropy, e stiamo lavorando alla seconda edizione, che sarà presentata a novembre. Inoltre, proprio quest’anno, l’Academy ha organizzato il corso “Executive Fondamenti dell’Impresa responsabile”, con la Fondazione Adriano Olivetti. Nel nostro paese sono sempre di più le imprese che considerano lo sviluppo della filantropia come parte integrante della propria strategia di business. Dynamo Academy offre strumenti di lavoro e di confronto, utili come ispirazione affinché sempre più aziende si impegnino concretamente a migliorare il bene comune.
6- Oggi l’esperienza Dynamo è molto ampia. Spazia dal Camp alla formazione, dall’impresa agricola ai prodotti la cui vendita è volta al sostegno delle iniziative della Fondazione. Quali sono le sfide per il futuro?
– S.P.- La sfida per il futuro è servire un numero crescente di bisogni sociali, con la creazione di nuova occupazione. In particolare ci stiamo impegnando nella formazione in diversi ambiti che riguardano il Bene Comune: come rendere utilizzabile il modello di Terapia Ricreativa di Dynamo Camp anche per fruitori diversi dai bambini, promuovere l’impegno privato verso il Common Good e favorire la conservazione dell’ambiente e della natura.
7- Top manager, moglie e mamma di tre figli (ndr- Pietro, Benedetta e Luca, di 16, 13 e 6 anni). Come sei riuscita a conciliare una carriera di successo con una vita privata piena e appagante? Cosa significa per te essere madre?
– S.P.- Essere madre è l’esperienza più importante della vita. Conciliarla con la propria professionalità è un’esigenza fondamentale che fa parte della nostra cultura di impresa e che, oltre al mio caso, stimoliamo in tutto il Gruppo.
8- Le donne devono godere degli stessi diritti degli uomini, senza però rinunciare alla propria specificità, ma facendone piuttosto un punto di forza. Quali sono le doti femminili che hai riscontrato nell’attività professionale?
– S.P.- In alcune aree, come raccolta fondi, comunicazione, finanza, siamo un team prevalentemente al femminile: donne qualificate, con competenze, capacità lavorativa e esperienza nel settore profit. Serietà e tenacia caratterizzano il nostro team, insieme a passione e immedesimazione nella missione del Camp.
9- Prima di salutarci, gli Amici del NMWA sono però curiosi di sapere i tuoi gusti artistici. Sei una donna dalle molteplici sfaccettature: che ruolo ha l’arte nella tua vita? Sono certa che, anche in questo, ci sorprenderai…
– S.P.- L’importanza del ruolo femminile nell’arte mi sta molto a cuore. Mi ha sempre colpito il lavoro di Sofonisba Anguissola: una delle prime donne ad essersi fatta spazio nella pittura europea, che ho cercato di conoscere e approfondire. Mi piace passare dalla galleria del progetto Dynamo Art Factory: un luogo di fascino che invito tutti a visitare; ricco di storie frutto dell’incontro, sempre sorprendente, fra l’esperienza di oltre 80 artisti del panorama contemporaneo, l’immediatezza dei bambini, la capacità di elaborazione degli adolescenti e il vissuto di ognuno. Domenica 7 ottobre la galleria esporrà, insieme ai lavori degli scorsi anni, anche le opere realizzate proprio in quest’estate 2018. Vi aspettiamo: è una giornata di Open Day, aperta a tutti con ingresso libero!
Noi degli Amici del NMWA facciamo il tifo per Dynamo Camp: nostro Charity partner in Women to Watch 2018. E mentre il conto alla rovescia per la partecipazione all’Art Factory del “nostro” talento Serena Porrati – che realizzerà un’opera assieme ai ragazzi del Camp- è ormai iniziato, vi invitiamo ad andare sulle colline toscane per scoprire questo luogo magico dove non esistono sogni impossibili.
Dynamo Camp
Dynamo Camp
Dynamo Art Factory
Informazioni utili:
(Testo di Federica Galassi)